Polonia, Federazione nella bufera tra accuse di stupro e dissesto economico
Tempi duri per la Federazione ciclistica polacca, sempre di più nella bufera. Ai problemi finanziari si è aggiunto l’arresto di un ex direttore sportivo lo scorso 29 ottobre con l’accusa di stupro. Andrzej P. è tuttora detenuto nelle prigioni polacche (e lo sarà fino a fine gennaio) in seguito a una mozione presentata in tribunale dall’ufficio del procuratore regionale di Varsavia. L’imputato ha lavorato nella Federazione negli ultimi due decenni, in particolare allenando la squadra nazionale di MTB, portandola a numerose vittorie nel corso degli anni, inclusa una medaglia d’argento olimpica nel 2008. Ha anche lavorato come direttore sportivo della federazione, lavorando nel frattempo anche all’esterno per altre squadre e gestendo gli interessi di alcuni corridori.
Secondo quanto riportato da TVN24, pendono su di lui tre accuse di stupro e una di tentato stupro. Le accuse sono soltanto uno dei rami di una complessa indagine, riguardante il periodo 2010-2017, che è stata estesa anche a possibili atti di corruzione, abusi di potere e mancato adempimento di doveri da parte di alcuni funzionari federali.
Lo scandalo è esploso l’anno scorso, quando il sito sportivo Sportowe Fakty ha rivelato le prime indiscrezioni riguardo il dissesto economico della federazione, appurato grazie a un’indagine promossa dallo stesso ex presidente Dariusz Banaszek e da Dariusz Milek, interrotta improvvisamente dai diretti interessati non appena emerse le prime scabrosità. Mentre anche l’UCI ha iniziato ad occuparsi del caso, il Vaso Pandora però ormai era aperto e l’auditor ha riferito il caso al Ministero, che lo ha trasmesso a sua volta all’ufficio del procuratore regionale.
A causa della tempesta mediatica che ne è seguita, gli sponsor si sono tirati indietro e il ministro Witold Banka ha chiesto le dimissioni del consiglio federale, ordinando un’ampia indagine sulle casse, rimpinguate dal Ministero dello sport per circa 3,7 milioni di euro soltanto nel 2017. Il governo ha quindi sospeso in via cautelare i finanziamenti, portando la Federazione sull’orlo del baratro e aggravando la crisi finanziaria scatenata in parte già dai debiti derivanti dalla costruzione del velodromo di Pruszkow, che ospiterà i Campionati del mondo di pista UCI nel 2019.
Banaszek si è dimesso nel gennaio 2018 e il consiglio di amministrazione della Federazione ha nominato Janusz Pozak nuovo presidente, nella speranza di salvarla dal dissesto economico e di rientrare nelle grazie del ministero competente, che continua ad occuparsi direttamente di alcuni programmi delle Nazionali e delle borse di studio per i giovani atleti. Le conseguenze di questa inchiesta rischiano però di mettere a dura prova la preparazione degli atleti polacchi ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
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